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sabato 29 ottobre 2011

Roma, A testa alta

 A testa alta usciamo dal campo stasera e a testa alta dobbiamo immediatamente ripartire. Un'altra sconfitta, la terza nelle ultime quattro partite, da analizzare e da digerire. Troppo giovani, troppo ingenui, troppo disattenti davanti ad un Milan troppo piu' esperto di noi. Sono queste le partite che presentano alla Roma di Luis Enrique un conto salatissimo da pagare, il conto della rivoluzione iniziata a Trigoria qualche mese fa. Sotto sotto ci avevamo sperato e forse creduto in una stagione piu' ricca di soddisfazioni. Perchè è nell'indole del vero romano il non sentirsi inferiore a nessuno, perchè è nella nostra natura provare sempre a vincere e non soltanto a partecipare. Ma purtroppo eravamo altrettanto consapevoli che sarebbe stato maledettamente difficile, che nessuno ci avrebbe regalato nulla e che avremmo dovuto soffrire insieme ai nostri ragazzi chiamati ad un compito che si sta dimostrando per ora piu' grande di loro. La tentazione di prendersela con tutto e tutti dopo serate come questa è davvero forte. Vorremmo prendercela con Luis Enrique per non essere stato ancora in grado di plasmare una Roma in grado di essere competitiva fin da subito. Vorremmo prendercela con i giocatori, capaci di trovare la cattiveria giusta per aggredire gli avversari soltanto nel secondo tempo, dopo essere andati due volte sotto per colpa di imperdonabili disattenzioni difensive. Vorremmo prendercela con l'arbitro per quell'atteggiamento fastidiosamente permissivo nei confronti dei rossoneri. Vorremmo prendercela con noi stessi per essere troppo innamorati di questa maglia a tal punto da rovinarci il fine settimana dopo ogni ko subito. Potremmo prendercela con qualsiasi cosa, ma nulla servirebbe a cancellare come d'incanto tutti i problemi che in questo momento ci affliggono. L'unica cosa che possiamo davvero fare è sempre la stessa, è la cosa che da sempre ci riesce meglio, continuare a stare vicino alla squadra come è nella nostra tradizione, perchè è la nostra storia a insegnarci che i tempi cupi dalle nostre parti non sono mai durati in eterno.

mercoledì 26 ottobre 2011

Roma, Che beffa

Purtroppo è successo di nuovo. Ancora una volta, dopo quella con la Lazio, la Roma è costretta ad incassare una sconfitta nei minuti finali. Stasera però la beffa sarà probabilmente ancora piu' pesante da digerire. Per lunghi tratti della gara abbiamo potuto ammirare la Roma piu' bella della stagione. Specialmente nel primo tempo si è vista una squadra ordinata e aggressiva al punto giusto, capace di costringere insistentemente il Genoa nella propria metà campo. Almeno in due occasioni, una conclusa da un diagonale di Borini e l'altra con un colpo di testa a botta sicura di Gago, l'urlo di gioia ci è rimasto strozzato in gola. La squadra di Malesani, allenatore che ha ancora il coraggio di definirsi un'offensivista, è rimasta in tutti gli attacchi della Roma con dieci uomini sottopalla, sfoggiando un catenaccio di italica memoria. Unica arma offensiva del Genoa erano le ripartenze in contropiede. Proprio in una di queste rare occasioni, partita da un errore di impostazione di Heinze, i rossoblu' hanno trovato con Jankovic uno dei vantaggi meno meritati della storia del calcio. La Roma ha accusato ma non si è scomposta e nel secondo tempo, seppur in maniera leggermente meno ordinata, rispetto alla prima frazione, ha comunque tenuto costantemente in mano il pallino del gioco, cercando il pari con ogni soluzione. Luis Enrique ha schierato negli ultimi venti minuti una squadra ultraoffensiva nel disperato tentativo di raddrizzare il risultato. Quella che sembrava ormai diventata una missione impossibile è improvvisamente diventata realtà quando Borriello, subentrato a Perrotta, si è infilato nell' area di rigore avversaria servendo a Borini un assist al bacio per il suo primo goal nella massima serie. A quel punto tutti noi abbiamo visto palesarsi una, fino a poco prima, insperata possibilità di vittoria che ci avrebbe tenuto nei piani alti della classifica. Purtroppo è ormai noto che del dio del calcio non esiste neppure l'ombra, ecco quindi andare in scena, a due minuti dal novantesimo, quello che rimarrà in corsa fino alla fine per accaparrarsi lo scettro del goal piu' brutto dell'anno firmato dallo stinco di Kucka. La delusione per un risultato ingiusto è chiaramente cocente, di buono c'è senz'altro la prestazione di quella che oggi è apparsa finalmente come una squadra con una chiara identità di gioco. Note negative della serata le prestazioni di Bojan e di Lamela. I due giovani talenti giallorossi non sono riusciti ad incidere sulla gara come le loro potenzialità richiedono. Certo che se l'argentino avesse insaccato di testa poco prima di uscire dal campo, la sufficienza sarebbe comunque stata raggiunta di diritto. Non c'è comunque tempo per i rimpianti, sabato sera all'Olimpico arriva il Milan campione d'Italia, quale migliore occasione per provare a prenderci una rivincita che siamo certi di meritare?

venerdì 21 ottobre 2011

Roma - Baldini, Ricominciamo


Smaltita la delusione post-derby e soprattutto rientrato l'allarme post-naufragio, Roma ha indossato di nuovo il vestito migliore per accogliere il suo figliol prodigo. Franco Baldini è finalmente tornato a casa. Una tirata di orecchie rimane d'obbligo, perchè le motivazioni addotte per giustificare quello che, questa estate, è parso a tutti come un ingiustificabile attacco a Totti, continuano a non convincere. Ma questa ormai è acqua passata, speriamo che la definitiva pietra sull'accaduto sia stata già depositata  ieri con quella stretta di mano tra il capitano e lo stesso Baldini che ha immediatamente fatto il giro del web. Il saggio perdona ma non dimentica, questo deve essere il motto che ogni tifoso che ha a cuore le sorti della squadra giallorossa deve tenere bene a mente. Non si può negare una seconda possibilità all'ex direttore sportivo del terzo scudetto della Roma, scudiero di mille battaglie del mai dimenticato presidente Sensi. Baldini è tornato speriamo per restare a lungo. La Roma ha bisogno di uomini della sua esperienza, capaci di guidare quella che rimane una proprietà straniera in un' avventura lunga e piena di insidie come quella del calcio italiano. Gli anni passati all'estero con la nazionale inglese non possono che avere arricchito ulteriormente il suo bagaglio professionale, già pronto per essere messo a disposizione della società. Baldini non solo fà parte del nuovo progetto, ma può esserne definito parte integrante, dato che è ormai chiaro a tutti che la maggior parte delle decisioni importanti di questo inizio stagione sono state partorite dalla sua mente. In una squadra e specialmente in una squadra di calcio c'è sempre bisogno di fuoriclasse, ma è altrettanto importante averne anche ai posti di comando, Franco Baldini è senza dubbio uno di questi.

domenica 16 ottobre 2011

Alla Lazio il derby del pianto


Prima o poi doveva succedere, purtroppo è successo nel modo che brucia di più, quando un pareggio improvvisamente diventato d'oro sembrava ormai conquistato. Eppure tutto era cominciato nel modo migliore e il goal di Osvaldo, con tanto di maglietta celebrativa per il capitano, perfettamente imbeccato da Pjanic,  dopo una manciata di minuti dal calcio d'inizio, sembrava far presagire un epilogo diverso. Purtroppo invece la squadra di Luis Enrique non è mai riuscita a prendere costantemente in mano il pallino del gioco, nonostante di fronte ci fosse un avversario con evidenti limiti tecnici. Ecco allora che piano piano la Lazio ha avuto modo di riprendere coraggio e seppur in maniera molto confusa ha provato a reagire non riuscendo comunque mai, almeno nel primo tempo, a creare il benchè minimo pericolo dalle parti di Stekelenburg. A dire il vero l'occasione più ghiotta per il raddoppio è capitata ancora una volta sui piedi di Osvaldo, purtroppo non altrettanto preciso come in occasione della prima realizzazione. Il sostanziale equilibrio della gara è stato improvvisamente rotto nel secondo tempo quando un ingenuo Kjaer ha dato modo a Brocchi di esibirsi in un tuffo che avrebbe raccolto punteggi altissimi perfino alle Olimpiadi. Il condizionatissimo Tagliavento è apparso addirittura ansioso di fischiare la massima punizione in favore dei biancazzurri liberando, speriamo definitivamente, il popolo laziale dall'eterno complesso di persecuzione che lo affligge. Il pareggio dal dischetto di Hernanes dopo la conseguente espulsione del biondo danese ha improvvisamente indirizzato la partita nel binario piu' giusto per la squadra di Reja. Da quel momento in poi la Lazio ha cercato il goal del vantaggio con più convinzione, sfiorandolo in due occasioni prima con Cissè e poi con Klose per poi raggiungerla nel finale con un goal dello stesso Klose sul filo del fuorigioco. Le recriminazioni potrebbero essere tante, ad esempio ovviamente ci sarebbe molto piaciuto poter disputare questo derby in parità numerica fino alla fine e vedere come sarebbe andato a finire. Attaccarsi però a questa e ad altre piu' discutibili decisioni di Tagliavento sarebbe cosa da laziali, quindi preferiamo soprassedere. Certo la serenità dell'arbitro è stata messa tutta la settimana a dura prova dalla frustrazione dei tifosi biancocelesti ancora una volta alle prese con fantasiose teorie di complotto ai loro danni. Ci piace sottolineare come lo "stile" di cui tanto qualcuno ha voluto riempirsi la bocca prima e durante questo incontro si è visto in particolar modo al fischio finale, dove per la prima volta dopo cinque derby non abbiamo dovuto assistere a deplorevoli risse sul prato di gioco. Merito questo del fatto che i giocatori della Roma hanno saputo accettare il verdetto del campo non lasciandosi andare ad isterismi tipici della compagine di Reja. La sconfitta è senza dubbio bruciante ma deve servire da stimolo per ripartire subito, mettiamoci questo derby alle spalle e cominciamo a pensare al Palermo, la stagione è ancora lunga e le sorprese non mancheranno...e  nemmeno le rivincite.

sabato 15 ottobre 2011

Roma vs Lazio, Tutto pronto per il derby



Ormai siamo in dirittura d'arrivo, ancora un giorno e a Roma andrà in scena l'evento più atteso dalle tifoserie di Roma e Lazio, il derby della capitale. La squadra giallorossa si presenta a questo nuovo appuntamento con i rivali storici potendo vantare una striscia di cinque vittorie consecutive, nelle ultime cinque sfide, che ancora fanno schiumare rabbia dalle bocche biancazzurre. Tra i protagonisti, a causa di un malanno muscolare, mancherà purtroppo il simbolo indiscusso di questa partita, Francesco Totti. Fu proprio il capitano a decidere l'ultima edizione con una fantastica doppietta sotto la pioggia che mandò in estasi il popolo giallorosso. Totti per ora si è limitato a prendersi gioco del povero Reja, deciso più che mai a scrollarsi di dosso l'etichetta di "uomo derby", ovviamente in negativo, speriamo in caso di vittoria di poter assistere al sequel. Domani gli esordienti in campo saranno numerosi da ambo le parti, l'augurio è che soprattutto i nuovi arrivati tra le fila della Roma capiscano subito che quella con la Lazio non potrà mai essere una partita come le altre e per questo và giocata con la massima concentrazione. Primo derby anche per Luis Enrique, le quotazioni dell'allenatore spagnolo dopo le due vittorie di fila con Parma e Atalanta sono in crescita,  un' eventuale tris con la Lazio non potrebbe far altro che aumentare il feeling con l'ambiente. L'aver disputato da giocatore, come Bojan del resto, "el clasico" di Spagna tra Real Madrid e Barcellona non lo renderà comunque immune dall'impatto con l'Olimpico di domenica sera... il primo derby non si scorda mai.