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giovedì 29 settembre 2011

Roma-Atalanta, Emozioni dal passato


Soltanto due stagioni fa Roma-Atalanta era incredibilmente diventata la partita del sorpasso. La lunga rincorsa della Roma di Ranieri contro l'Inter del nemico Mourinho era arrivata ad un punto di svolta. La squadra giallorossa aveva il vantaggio di giocare quella partita conoscendo già il risultato dei nerazzurri, impattati in un imprevisto pareggio a Firenze nell'anticipo del sabato sera. La Roma non fallì l'occasione e per due settimane si ritrovò meritatamente in vetta alla classifica regalando un sogno a tutti i suoi tifosi, un sogno purtroppo infranto dalla Sampdoria di Cassano ma soprattutto di Pazzini, a sole due giornate dal termine del campionato. Sabato la nuova sfida tra le due compagini non avrà sicuramente la stessa importanza, ma resta comunque una sfida fondamentale per dare continuità alla vittoria di Parma e poter così provare a rilanciare le ambizioni della nuova Roma di Luis Enrique. Solo una cosa siamo certi sarà uguale a quella emozionantissima partita dell' Aprile 2010, il calore della nostra Sud.

martedì 27 settembre 2011

Sei tu che dai speranza a una città che dai orgoglio e dignità



AUGURI AL NOSTRO IMMENSO CAPITANO!

lunedì 26 settembre 2011

Auguri capitano, Leggenda di Roma




"Quello che sei per me è inutile spiegarlo con parole" recitava il testo di una canzone di qualche anno fa ma quello che sei per Roma e per la sua gente è difficile soltanto da immaginare. Oggi compi 35 anni, circa 20 dei quali passati con indosso, come una seconda pelle, la maglia del nostro cuore e del tuo. Quella maglia e quei colori che abbiamo amato fin da quando ne abbiamo ricordo e che tu hai avuto il merito di onorare stagione dopo stagione. Onorarla fino a diventarne il simbolo indiscusso, il leader assoluto. Per farlo hai dovuto anche superare momenti difficili, momenti nei quali hai forse anche avuto la tentazione di mollare tutto per andare a raccogliere lontano da qui i frutti del tuo sconfinato talento, ma non l'hai fatto. Hai scelto di legare per sempre il tuo destino ai colori giallorossi e ciò ti rende unico e speciale. Qualcuno ha avuto la faccia tosta di ridurre tutto questo ad una mera questione di denaro, come se le occasioni di strappare contratti dorati in squadre ben più blasonate ti fossero mancate...non ti curar di loro, ma guarda e passa. Dal mondo del calcio avresti potuto avere tutto, gloria, trofei e altrettanti soldi, ma forse in fondo hai pensato che non ti sarebbe bastato ad essere realmente felice. Il tuo sogno da bambino era quello di vincere qui e hai avuto la possibilità di realizzarlo centrando da capitano uno scudetto che da queste parti mancava da 18 lunghissimi anni. "E' vostro, è vostro" con queste parole, pronunciate mentre reindossavi la maglia tolta dopo il goal al Parma quel magico pomeriggio del 2001, lo consegnasti simbolicamente al tuo popolo. Per tutto questo e per molto altro tu sei e sarai sempre il nostro vanto, il nostro orgoglio, ma siamo sicuri che per te la cosa che conta di più è semplicemente continuare ad essere il nostro capitano. Auguri Francè, Roma è con te.

domenica 25 settembre 2011

Roma, Finalmente una gioia

Foto Ansa
Era ora. La Roma torna finalmente a vincere anche se ancora non del tutto a convincere. Quella di stasera contro il Parma è una vittoria importantissima che servirà quantomeno a restituire un pò di tranquillità ad un ambiente improvvisamente finito sull'orlo di una crisi di nervi. L'inizio non è stato certamente dei migliori. La partita sembrava la fotocopia delle ultime apparizioni della Roma con un possesso palla spesso impreciso e privo di qualsiasi spunto interessante. Borini, nuovamente preferito a Bojan, e Osvaldo sembravano nuovamente destinati a dannarsi l'anima senza destare la benchè minima preoccupazione nella retroguardia avversaria. Quando l'argentino ha poi deciso di fallire un' occasione facile facile sulla botta da fuori area di Totti, respinta parzialmente da Mirante e dal palo, il tasso di rabbia del tifoso giallorosso ha raggiunto livelli di allerta assoluti. Buon per lui e per noi che la seconda frazione di gioco ha visto scendere in campo una squadra senza dubbio più vogliosa di riscattarsi. La manovra della Roma, anche per via della crescita di Pjanic decisamente migliore nella ripresa, ha iniziato miracolosamente ad essere più fluida. Ecco dunque arrivare l'occasione del riscatto per Osvaldo, abile a sfruttare un cross al bacio di Rosi con un colpo di testa andatosi imparabilmente ad insaccare nell'angolo sinistro della porta difesa da Mirante. La successiva mitraglia di Batistutiana memoria speriamo possa essere di buon auspicio. Partita finita? Macchè, con questa Roma non si può mai stare tranquilli. Sono d'obbligo i ringraziamenti all'egoismo di Biabiany che invece di servire un pallone semplicissimo a Giovinco per l'appoggio in rete, ha preferito tentare un diagonale fortunatamente finito in curva. Da segnalare due nitide occasioni capitate sui piedi di Osvaldo e di Totti, entrambe terminate di poco al lato. Nella seconda metà della ripresa c'è stato spazio anche per Bojan, apparso più tonico e propositivo rispetto alle precedenti prestazioni. Il recupero dello spagnolo ed il suo conseguente inserimento nella formazione titolare deve essere una priorità. Borini, nonostante il suo impressionante dinamismo, sembra essere ancora tecnicamente acerbo per diventare da subito un punto di riferimento nell'attacco giallorosso. Anche stasera prove da incorniciare per Totti e De Rossi, encomiabili per qualità e quantità, se continueranno su questi livelli ci sarà da divertirsi. Luis Enrique, almeno per questa settimana, potrà dormire tranquillo, la sua Roma ha dato qualche cenno di risveglio, auguriamoci che la nuova alba arrivi il più in fretta possibile, noi saremo qui ad aspettarla.

Parma-Roma, Emozioni indelebili




Era il 4 Febbraio del 2001, una partita rimasta scolpita nel cuore di tutti i tifosi giallorossi. Quello che la Roma andò ad affrontare al Tardini era un Parma appartenente alle cosiddette "sette sorelle", appellativo con il quale erano state ribattezzate le sette squadre che si contendevano il tricolore in quella stagione. Un match che esaltò soprattutto il carattere della squadra di Capello che, sotto di un goal dopo la prima frazione di gioco, seppe trovare la giusta determinazione per ribaltare il risultato nella ripresa. Protagonista assoluto di quella memorabile rimonta fu il re Leone, Gabriel Omar Batistuta. L'argentino realizzò due reti in fotocopia proprio sotto il settore occupato dalle migliaia di tifosi accorsi da Roma. Quel boato ancora riecheggia nelle nostre orecchie. Per questa, ma soprattutto per la partita di ritorno all'Olimpico che sancì la vittoria del terzo tricolore, quella con il Parma sarà per noi sempre una sfida carica di significati.  Anche stasera Parma sarà un crocevia importante per capire realmente di che pasta siamo fatti, siamo certi che mettendo in campo la stessa grinta e la stessa voglia di vincere del 2001 tutti ricomincerebbero ad avere paura di noi.

giovedì 22 settembre 2011

Roma, Così non va

Niente da fare. La nuova Roma targata Luis Enrique continua maledettamente a soffrire. Stasera doveva servire soltanto a sancire la tanto attesa riconciliazione con la vittoria che, nelle partite ufficiali, manca ormai dall'ultimo match casalingo della scorsa stagione contro la già retrocessa Sampdoria. Il Siena sembrava la giusta vittima sacrificale da immolare sull'altare della causa giallorossa. A quanto pare gli ospiti non erano esattamente dello stesso parere. Ci troviamo dunque a commentare un pareggio, peraltro subito ad una manciata di minuti dal termine, che ha gettato non poche ombre sul futuro della squadra. Il malumore della gente allo stadio al fischio finale è stato chiaro e manifesto. La tolleranza e la comprensione, mostrata dai tifosi, dopo la sconfitta interna con il Cagliari sembrano aver già lasciato il posto alla rabbia ed alla delusione. Colpa probabilmente di un modo di giocare che, per ora, lascia soltanto intravedere possibilità di successo. Un possesso palla che mai riesce a tradursi in una chiara occasione da rete. Eppure finalmente oggi eravamo riusciti ad assistere alla prima realizzazione non scaturita da calcio piazzato. Il goal di Osvaldo, su assist di Borriello, sembrava in grado di poter scuotere l'attacco giallorosso dal torpore di questo avvio di stagione. Purtroppo l'illusione non è durata molto. Gli esterni non esterni della Roma continuano a non convincere. Tutte le manovre della squadra si interrompono inevitabillmente appena superata la trequarti avversaria. Totti continua a non trovare un interlocutore alla sua altezza. Le pur numerose incursioni sulle fasce non hanno mai prodotto un cross degno di nota. Oltre al goal, tra le occasioni propizie per la Roma, si segnalano soltanto una sventola da fuori del bosniaco Pjanic, terminata a fil di palo ed un diagonale del giovane Borini, subentrato nel finale ad un irriconoscibile Borriello. Decisamente troppo poco per una squadra che sta studiando da grande. Anche oggi lo spagnolo Bojan ha dovuto assistere all'intera gara dalla panchina, per lui soltanto qualche minuto di riscaldamento. Anche questa è apparsa una decisione quantomeno discutibile, considerati gli sforzi fatti dalla società per portare a Roma il giovane prodotto del vivaio del Barcellona. Vederlo relegato al ruolo di quinta punta dopo soltanto due giornate di campionato fa senza dubbio impressione. Parma è improvvisamente diventato un crocevia fondamentale per il prosieguo del cammino, sarà importante tenere gli occhi aperti, inciampare ancora potrebbe essere pericoloso.

sabato 17 settembre 2011

Inter - Roma, Ombre a San Siro

Fino a sole due stagioni fa questa era la sfida che portava allo stadio ed incollava al televisore migliaia di tifosi. L'incontro tra le due squadre decideva tutto quanto c'era da decidere riguardo il calcio in Italia. Quella alla quale, nostro malgrado, abbiamo assistito stasera è stata invece una delle partite più sgangherate mai disputate tra Inter e Roma da calciopoli in poi. La formazione iniziale mandata in campo da Luis Enrique ha subito messo a rischio le coronarie di molti tifosi giallorossi. La scelta di schierare Taddei e Perrotta come terzini, rispettivamente sinistro e destro, è apparsa subito come l'opera di un genio oppure di un folle. Fortunatamente questa coraggiosa innovazione tattica, a parte qualche comprensibile svarione, non ha causato danni irreparabili, grazie soprattutto alla pochezza degli attaccanti avversari. Già perchè se il buon Milito fosse stato questo anche nel 2009 la Roma potrebbe già vantare quattro titoli nazionali nel proprio palmares. Se poi aggiungiamo la prematura uscita di Stekelenburg ( a proposito in bocca al lupo al portierone olandese), grazie alla vena omicida del brasiliano Lucio, ed il conseguente ingresso di Lobont, il quadro aveva assunto proporzioni ancora più preoccupanti. Fortuna che il resto della retroguardia giallorossa era invece composto da un attentissimo Burdisso e da un Kjaer autore di una prestazione enorme sotto ogni punto di vista. In fase di contenimento è stato comunque importantissimo anche l'apporto di Daniele De Rossi, apparso finalmente di nuovo in grande spolvero. Il rientro a centrocampo di Pizarro ha sicuramente restituito alla manovra della Roma un protagonista fondamentale, ma l'intesa con Pjanic è ovviamente ancora tutta da costruire, tutto ciò si è tradotto in campo in un possesso palla spesso sterile e confuso. Nota dolente della serata è stato ancora una volta l'attacco, apparso lento, prevedibile e privo dello spunto necessario a superare una difesa tutt'altro che impenetrabile. Il più positivo dei tre è stato senza dubbio il giovane Borini, che non ha tremato minimamente al suo debutto dal primo minuto dinanzi alla Scala del calcio. L'ex giocatore del Parma, fino alla sostituzione, ha disputato una partita di grande impegno che oltre a renderlo pericoloso sotto porta in un paio di occasioni, gli ha permesso di essere spesso utile in fase difensiva in raddoppio a Perrotta. Purtroppo nemmeno Totti è riuscito ad emergere dalla mediocrità generale vista stasera in campo, la sua prestazione è stata condita da troppe imprecisioni in appoggio e da una vistosa difficoltà nell'arrivare al tiro, complice ovviamente anche la sua posizione spesso troppo arretrata. Il peggiore della serata è stato ancora una volta il neo acquisto Osvaldo. Le due occasioni piu' pulite per aggiudicarsi l'intera posta in palio sono nostro malgrado capitate sui suoi piedi, l'esito non è stato sicuramente dei migliori. L'argentino è apparso per lunga parte della gara un corpo estraneo alla squadra, mai capace di uno spunto interessante, troppo lento e farraginoso per essere vero, ma soprattutto per essere costato18 milioni. Speriamo che il tempo dia ragione a Sabatini per far si che Osvaldo non diventi il bidone d'oro del mercato 2011. Data la sconcertante prestazione del numero 9 della Roma, l'ingresso in campo di Marco Borriello è sembrato quanto meno intempestivo e soprattutto ai danni del giocatore sbagliato, Borini. La prima vittoria stagionale della Roma è dunque rimandata ancora una volta, Luis Enrique esce nuovamente a bocca asciutta, l'impressione è che onestamente, contro un Inter irriconoscibile, anche questa Roma in costruzione avrebbe potuto fare molto di più. Il cammino è ancora all'inizio, non è certamente tempo di processi, ma ci vuole una vittoria, speriamo arrivi domenica col Siena.

giovedì 15 settembre 2011

Roma, Avanti con Luis Enrique

Chi si aspettava che la rivoluzione appena iniziata in casa Roma ci avrebbe immediatamente dato la possibilità di ammirare una squadra bella e vincente sarà rimasto ovviamente deluso. Certo qualcuno potrà obiettare che per battere lo Slovan ed il Cagliari non servivano di certo prestazioni impeccabili, ma escludere a priori prevedibili difficoltà di ambientamento ad un sistema di gioco nuovo alla maggior parte dei giocatori in rosa sarebbe disonesto. Infatti, come abbiamo avuto modo di notare, di problemi ce n'è più di qualcuno. L'idea di calcio che la nuova società ha deciso di impiantare a Roma, scegliendo Luis Enrique come nuovo tecnico, è tutto fuorchè di facile applicazione. Mettiamoci pure che il tecnico spagnolo, al pronti via, ha subito sbagliato qualche mossa dal punto di vista della diplomazia, in particolare nei confronti di Totti, ed ecco che la pazienza di parte della tifoseria si è già ridotta al lumicino. Parecchi ne hanno praticamente già chiesto la testa. Eppure, nonostante i risultati chiaramente deludenti, qualcosa di buono, nel nuovo assetto tattico della squadra, si è già potuto intravedere. Tutti d'accordo che col possesso palla non si vincono le partite, ma quando a questo, inizierà ad aggiungersi una maggior concretezza sotto porta, siamo certi che ci sarà da divertirsi. Dal momento che, per fare un esempio, non vogliamo credere che i vari Bojan e Osvaldo siano quelli visti domenica all'Olimpico, diamo per scontato che ciò accadrà presto. Non dimentichiamo che in rosa ci sono undici giocatori nuovi e che sette di loro erano in campo contro il Cagliari. E' inevitabile che per diventare una squadra che ragiona e si muove come un unico blocco i pochi mesi avuti a disposizione sono decisamente insufficienti.  E' proprio in quest'ottica che la ribadita fiducia, da parte della società, nei confronti di Luis Enrique è stata sacrosanta. Abbandonare a se stesso il tecnico in un momento purtroppo già così delicato sarebbe da irresponsabili. L'impressione è che basti una vittoria a dare entusiasmo ad un gruppo che ha una gran voglia di dimostrare di poter essere protagonista. Coglierla a San Siro nell'anticipo di sabato contro l'Inter avrebbe un sapore ancora più dolce e sicuramente permetterebbe al tecnico asturiano di ritagliarsi un piccolo spazio nel cuore dei tifosi, passaggio fondamentale per poter costruire qualcosa di buono da queste parti.

domenica 11 settembre 2011

Roma, Falsa partenza

Peggio non si poteva iniziare. Dopo l'eliminazione dall'Europa League, per mano dello Slovan, lo stadio Olimpico ha fatto oggi da cornice ad un'altra bruciante sconfitta. Il Cagliari di Ficcadenti, proprio come gli slovacchi in quella maledetta sera d' Agosto, ha raccolto il massimo risultato con il minimo sforzo. Eppure la gara sembrava iniziata nel migliore dei modi, con una Roma subito padrona del campo grazie ad un possesso palla davvero ben orchestrato. Purtroppo però col passare dei minuti e l'aumentare del caldo è stato abbastanza chiaro a tutti che il match sarebbe stato tutt'altro che facile. La difesa rossoblu' si è dimostrata abile nel chiudere tutti gli spazi, annullando Bojan e lasciando le briciole ad Osvaldo. Ancora una volta l'unico a creare qualche grattacapo alla retroguardia avversaria è stato Totti, ma anche il capitano ha incontrato più di qualche difficoltà nel liberarsi al tiro. Tra le note positive della giornata senza dubbio ci sono gli esordi di Pjanic e Josè Angel. Il bosniaco, dopo un'approccio leggermente timido ha preso in mano gradualmente le redini del gioco, rendendosi in più di un'occasione pericoloso con conclusioni da lontano e sfornando assist deliziosi, come quello purtroppo mal sfruttato da Borriello nel secondo tempo. Lo spagnolo invece, per buona parte dell'incontro, è stato di gran lunga il migliore in campo. Purtoppo l'errore in occasione del primo goal di Daniele Conti e la successiva espulsione pesano come macigni nella valutazione complessiva. Qualcosa di buono nella manovra giallorossa si è intravisto, sicuramente però c'è ancora molto da lavorare dal punto di vista realizzativo. Non può essere un caso che nelle prime tre gare ufficiali della stagione siano state realizzate solamente due reti, peraltro una su corner ed una, quella odierna, dagli sviluppi di un  calcio piazzato. Apprezzabile la reazione della curva al fischio finale dell'arbitro che ha comunque applaudito la squadra apparsa piuttosto frastornata dal risultato. E' stata la dimostrazione, sempre ammesso che ce ne fosse ancora bisogno, che i tifosi sono comunque disposti ad aspettare un fisiologico adattamento della squadra al nuovo sistema di gioco, ma è opportuna un'immediata inversione di tendenza dato che è ormai noto che la pazienza da queste parti non è mai stata troppa.

domenica 4 settembre 2011

Il mio capitano non è un problema!

Sarebbe davvero ora di farla finita. La campagna acquisti è appena terminata, il calcio d'inizio della nuova stagione è alle porte, la squadra sembra avere tutte le carte in regola per recitare un ruolo da protagonista e noi non troviamo niente di meglio da fare che continuare a dividerci su Totti, come se  fosse realmente un problema. L'ultimo atto di questa stucchevole telenovela ha visto protagonista Walter Sabatini che, sicuramente spinto da motivazioni costruttive, ha comunque, con la sua conferenza, puntato ancora una volta i riflettori su di una storia che non abbiamo più voglia di ascoltare. Tutti, a partire da Baldini, passando per Luis Enrique, per poi infine giungere allo stesso Sabatini, hanno trovato tempo e occasione di esprimersi su quello che è ormai stato definito il "caso Totti". Alla faccia del famoso detto secondo il quale i panni sporchi si lavano in famiglia, il tritacarne mediatico, al quale Totti viene solitamente esposto, ha fatto il resto autorizzando chiunque altro a dire la propria al riguardo. Chiunque meno il diretto interessato che per ora ha manifestato il suo pensiero solamente con una scritta stampata su di una maglia. Certo che la faccia di Totti al momento della sostituzione contro lo Slovan valeva molto più di mille parole, ma forse proprio per non rischiare di trascendere, quella di imboccare direttamente la via per gli spogliatoi è stata la scelta più giusta. Per anni abbiamo sentito dire, da tutti i soloni del nostro calcio, che quello di arrabbiarsi al momento del cambio è sintomo di gran carattere e voglia di vincere da parte del giocatore, ci è stato detto magari ad averne di calciatori così, ma si sa che Francesco Totti ha tra i suoi poteri anche quello di oltrepassare le leggi non scritte del pallone. Così il fatto che in quella maledetta gara di Europa League, il numero dieci giallorosso fosse stato ancora una volta il migliore in campo è passato ovviamente in secondo piano.  Che Totti sia orgoglioso è innegabile, ma se non lo fosse stato non avrebbe mai potuto essere il fantastico campione che tuttora è. Quello stesso orgoglio che gli ha fatto abbandonare la maglia della Nazionale per dedicarsi completamente alla Roma. Quello stesso orgoglio che, a 35 anni, lo porta a ritenersi ancora un giocatore fondamentale per questa squadra e per questa piazza. Totti a Roma è sempre stato un punto di unione, oggi intorno al suo nome, purtroppo, inizia ad aleggiare lo spettro della divisione. Per il bene della Roma è il caso che i toni di questa spiacevole vicenda inizino drasticamente ad abbassarsi. In questa nuova avventura, che sia chiaro, c'è bisogno di tutti...e di Totti.