
Perdere non piace a nessuno e la quinta sconfitta in dodici partite sembra aver insinuato nel tifoso romanista il germe della rassegnazione. Già pochi istanti dopo il fischio finale della gara con l'Udinese è immediatamente cominciata la caccia al capro espiatorio per un avvio di stagione che non puo' di certo definirsi soddisfacente. Il credito concesso a Luis Enrique sembra essersi nuovamente ridotto al minimo. Che Roma non sia una piazza facile siamo i primi a riconoscerlo, ma il rischio che di questo passo possa diventare una piazza impossibile và assolutamente scongiurato. Riuscire a vedere il bicchiere mezzo pieno in questo momento è sicuramente impresa ardua ma vederlo totalmente vuoto sarebbe davvero ingiusto. Il lavoro e la crescita della squadra è oggettivamente sotto gli occhi di tutti. L'idea di calcio che si sta cercando di importare a Roma è affascinante ma allo stesso tempo incredibilmente difficile da digerire. La squadra giallorossa è un cantiere aperto e chiederle di essere da subito bella ed efficace e soprattutto vincente è chiaramente un'utopia. Già da gennaio il gruppo dovrà iniziare ad essere puntellato in quei ruoli dove le alternative, specie in caso di infortuni e squalifiche, non possono mancare. Prima o poi il modo di giocare imposto dall'allenatore spagnolo verrà metabolizzato completamente. Quando il nuovo impianto di gioco sarà stato ampiamente collaudato e le fondamenta della squadra saranno solide tutto diventerà improvvisamente piu' chiaro. Al momento vedere la luce in fondo al tunnel sembra essere soltanto un esercizio per inguaribili ottimisti, ma è nostro dovere continuare a provarci.
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