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venerdì 13 gennaio 2012

Catania-Roma, Tutto inizio' con quel 7-0



Anni fa, col Catania relegato nelle serie inferiori, se ci avessero detto Massimino avremmo sicuramente pensato a qualcuno di nome Massimo, magari non molto alto. Da qualche anno a questa parte invece abbiamo forzatamente dovuto fare la conoscenza di uno degli ambienti a noi piu' ostili in ambito calcistico. Tutto ebbe inizio in un Roma - Catania del 2006, con gli etnei appena tornati in serie A. La Roma, all' epoca ancora guidata da Spalletti, impartì una dura lezione alla squadra siciliana, umiliandola con un netto 7-0 davanti agli oltre 10000 tifosi accorsi in massa dalla Sicilia. Inoltre, poco prima della partita, alcuni gruppi di tifosi vennero a contatto nei pressi dello stadio, sancendo di fatto l'inizio di una rivalità che troppo spesso ha finito per sconfinare fuori dal campo di gioco. Da quel momento in poi ogni sfida con gli etnei è stata circondata da uno stadio ribollente di avversità nei confronti di tutto quanto fosse giallorosso. Il culmine si raggiunse probabilmente in quel maledetto finale di stagione del 2008 che ci vide "sfuggire di mano" il primo di almeno due titoli dei quali la Roma avrebbe potuto fregiarsi nell'arco di due anni. Col Catania a rischio retrocessione in caso di sconfitta, i giocatori della Roma, una volta sfumato il tricolore a causa dei goal di Ibrahimovic a Parma, furono nemmeno troppo velatamente spinti a mollare la presa, condizionati da tanti, anzi troppi personaggi ai quali, quel pomeriggio, fu concesso di assistere al match da bordocampo. Per tutte queste ragioni sabato non ci sarebbe motivo di aspettarsi un' accoglienza diversa. Anzi all'ormai arcinoto fattore Massimino dobbiamo senz'altro mettere in conto la voglia di rivalsa di Vincenzo Montella, al quale non dispiacerebbe sicuramente poter dimostrare alla nuova società giallorossa di essere un buon tecnico. La squadra di Luis Enrique deve tenere tutto questo a mente, ma deve fare attenzione a non farsene condizionare, i piu' forti siamo noi, non dobbiamo fare altro che dimostrarlo sul terreno di gioco.

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