:

domenica 4 settembre 2011

Il mio capitano non è un problema!

Sarebbe davvero ora di farla finita. La campagna acquisti è appena terminata, il calcio d'inizio della nuova stagione è alle porte, la squadra sembra avere tutte le carte in regola per recitare un ruolo da protagonista e noi non troviamo niente di meglio da fare che continuare a dividerci su Totti, come se  fosse realmente un problema. L'ultimo atto di questa stucchevole telenovela ha visto protagonista Walter Sabatini che, sicuramente spinto da motivazioni costruttive, ha comunque, con la sua conferenza, puntato ancora una volta i riflettori su di una storia che non abbiamo più voglia di ascoltare. Tutti, a partire da Baldini, passando per Luis Enrique, per poi infine giungere allo stesso Sabatini, hanno trovato tempo e occasione di esprimersi su quello che è ormai stato definito il "caso Totti". Alla faccia del famoso detto secondo il quale i panni sporchi si lavano in famiglia, il tritacarne mediatico, al quale Totti viene solitamente esposto, ha fatto il resto autorizzando chiunque altro a dire la propria al riguardo. Chiunque meno il diretto interessato che per ora ha manifestato il suo pensiero solamente con una scritta stampata su di una maglia. Certo che la faccia di Totti al momento della sostituzione contro lo Slovan valeva molto più di mille parole, ma forse proprio per non rischiare di trascendere, quella di imboccare direttamente la via per gli spogliatoi è stata la scelta più giusta. Per anni abbiamo sentito dire, da tutti i soloni del nostro calcio, che quello di arrabbiarsi al momento del cambio è sintomo di gran carattere e voglia di vincere da parte del giocatore, ci è stato detto magari ad averne di calciatori così, ma si sa che Francesco Totti ha tra i suoi poteri anche quello di oltrepassare le leggi non scritte del pallone. Così il fatto che in quella maledetta gara di Europa League, il numero dieci giallorosso fosse stato ancora una volta il migliore in campo è passato ovviamente in secondo piano.  Che Totti sia orgoglioso è innegabile, ma se non lo fosse stato non avrebbe mai potuto essere il fantastico campione che tuttora è. Quello stesso orgoglio che gli ha fatto abbandonare la maglia della Nazionale per dedicarsi completamente alla Roma. Quello stesso orgoglio che, a 35 anni, lo porta a ritenersi ancora un giocatore fondamentale per questa squadra e per questa piazza. Totti a Roma è sempre stato un punto di unione, oggi intorno al suo nome, purtroppo, inizia ad aleggiare lo spettro della divisione. Per il bene della Roma è il caso che i toni di questa spiacevole vicenda inizino drasticamente ad abbassarsi. In questa nuova avventura, che sia chiaro, c'è bisogno di tutti...e di Totti.

0 commenti:

Posta un commento